Medaglia d'Argento al Merito Civile

Busca e Costigliole Saluzzo medaglia d'argento al merito civile

Visita il sito del Quirinale alla pagina dedicata a Costigliole"Piccolo centro cuneese, durante l'ultimo conflitto mondiale, subiva una delle più feroci rappresaglie da parte delle truppe naziste, che trucidarono brutalmente numerosi cittadini inermi ed incendiarono una ventina di case rurali. Lo popolazione, con eroico coraggio e indomito spirito patriottico, partecipava alla guerra di Liberazione e offriva ammirevole prova di solidarietà umana nel dare ospitalità ad alcune famiglie ebree".

Con questa motivazione la Presidenza della Repubblica ha conferito alla Città di Busca la Medaglia d'argento al merito civile per l'eccidio di Ceretto del 5 gennaio 1944 in cui furono uccisi dai nazifascisti 27 innocenti.

Con la stessa motivazione è stato altresì insignito il Comune di Costigliole Saluzzo. Il Presidente della Repubblica ha, così, accolto tempestivamente la richiesta rivolta lo scorso gennaio dalle due amministrazioni comunali.

"Accolgo con emozione questa notizia anticipatami dalla Segreteria dell'Onorevole Teresio Delfino che ha seguito l'iter – commenta il Sindaco di Busca, Luca Gosso – attesa dai miei concittadini da tanto tempo. Sessantadue anni da quei fatti tremendi non sono certo bastati per dimenticare, anzi: nella memoria collettiva di buschesi e costigliolesi il ricordo dei sacrifici dei nostri padri è più vivo cha mai. All'unanimità i due Consigli comunali hanno deciso, poche settimane fa, di ricorrere nuovamente (una richiesta per una onorificenza al valore militare fu rivolta decenni fa e rimase senza risposta - ndr) alla sensibilità del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, per vedere giustamente riconosciuto il grande tributo dato alla causa della Libertà dalla nostra gente. Voglio ricordare anche, nell'onore reso oggi ufficialmente agli eroi di Ceretto, le altre vittime civili di Busca in quei terribili anni ,Don Demaria, Bartolomeo Lerda e Luigi Ardissone di San Chiaffredo, così come i tanti partigiani uccisi per la nostra libertà. Al termine del conflitto si contarono trentanove morti. In occasione della Cerimonia di consegna li ricorderemo tutti e ciascuno e da allora in poi i loro nomi saranno per sempre idealmente puntati su Gonfalone della Città".

 

"Accolgo la notizia - dice il Sindaco di Costigliole Milva Rinaudo - con orgoglio e commozione. E' un atto di giustizia nei confronti delle nostre comunità che ad oltre sessant'anni dall'eccidio ricordano ancora l'efferatezza di quest'episodio. La memoria ci aiuta a guardare al passato con interezza di sentimenti, a riconoscerci nella nostra identità, a radicarci nei suoi valori fondanti per costruire un futuro nuovo . E' questo il patrimonio vero di un popolo e guardare al nostro triste passato con questo grande riconoscimento per chi ha pagato con la vita il prezzo della nostra libertà non può che darci forza per lavorare e realizzare pienamente ideali per cui merita vivere e battersi. Il contributo dato dal mio paese alla lotta di liberazione è stato molto alto: i loro nomi, il loro sacrificio, mai dimenticati dalla nostra comunità si sono tradotti in un atto concreto che permetterà di essere sempre testimone dei valori civili."

La cerimonia ufficiale di consegna della Medaglia avverrà il prossimo 25 Aprile: il Comune, insieme all'Associazione "5 Gennaio 1944" e all'Associazione dei Partigiani (Anpi), si appresta a celebrare l'evento con un particolare programma di celebrazioni, con mostre e convegni.

"Vogliamo pubblicamente ringraziare – dicono i Sindaci Luca Gosso e Milva Rinaudo - l'onorevole Teresio Delfino che ha seguito l'iter dell'assegnazione."

Busca e Costigliole si aggiungono ora agli altri tre Comuni della provincia di Cuneo insigniti della Medaglia d'argento al merito civile: Cherasco, Clavesana e Peveragno, mentre Boves è decorata con Medaglia d'oro militare e Medaglia d'oro civile, Cuneo ed Alba con Medaglie d'oro militari.

 


Ceretto 5 gennaio 1944 

Il 5 gennaio 1944 a Ceretto vennero uccisi 27 innocenti per dare una lezione, per far capire alla popolazione del saluzzese che i nazifascisti erano decisi a non permettere che la "malapianta" della Resistenza potesse protendersi verso la pianura, una pianura il cui controllo era assolutamente necessario per mantenere i trasporti con Torino.
L'azione repressiva ebbe evidentemente carattere intimidatorio,dal momento che nella zona non esistevano ancora formazioni partigiane organizzate e quindi fu facile per le forze tedesche e per le esordienti truppe della G.N.R. procedere all'operazione.
Si volle tuttavia trovare un pretesto, creare il "casus belli". Si disse che l'azione contro Ceretto fosse la "naturale" conseguenza di una azione "ribellistica" condotta da 5 giovani Costigliolesi il 23 dicembre 1943 a Villafalletto durante la quale era rimasto mortalmente ferito un carabiniere.

Era una fredda mattina di gennaio quando su questa frazione situata tra i comuni di Busca e Costigliole Saluzzo piombarono due colonne nazifasciste.
I nazifascisti con una manovra definita a "tenaglia" accerchiarono il paese.
Gran parte della popolazione era nelle campagne, nonostante la stagione non c'era neve, conseguentemente era possibile rompere le zolle e conciare il terreno, le donne a casa accudivano i bambini, ci si preparava all'Epifania.
Alle dieci le colonne raggiunsero Ceretto, ma già avevano lasciato sul terreno dei cadaveri, erano i corpi di due cugini, arrestati presso la loro osteria situata in prossimità di Costigliole, trasportati al passaggio ferroviario di Costigliole (dove oggi sorge il cippo ricordo) fatti scendere dal camion e con una raffica si pose fine alle loro vite innocenti.

Appena giunti a Ceretto le milizie tedesche e fasciste(la maggioranza erano fasciste) diedero inizio a quella che risulterà una carneficina di anime innocenti intente solo al lavoro nei campi.
Il primo a cadere nel rastrellamento fu un bracciante il quale, per aver contratto la meningite da piccolo non riusciva più ad udire,gli fu impartito l'alt ma non se ne accorse, una raffica lo falciò. Venne poi raccolto dai fratelli più tardi, verso sera.
Le belve assetate di sangue intanto continuavano a salire incendiando le case che trovavano, uccidendo e seviziando i corpi; alcune vittime vennero atrocemente martoriate da bombe a mano, un giovane venne ferito adagiato su del fogliame e poi arso vivo, uccisero padre e figlio aprendogli le viscere con una bomba e poi, dopo aver saccheggiato la casa, indifferenti, presero una fisarmonica e si misero a suonare.
Nel pomeriggio trasferirono verso il piazzale tutti gli uomini catturati e non uccisi immediatamente presso le loro abitazioni.

Tra questi si trovavano pure due cugini calabresi fermatisi a Ceretto dopo l'8 di settembre, aiutavano nei campi in cambio di un po' di ospitalità. Giunti sulla piazza ebbero appena il tempo di invocare l'angelo del focolare e della vita di ognuno cioè la mamma, prima di riversarsi al suolo in un lago di sangue.
La medesima sorte toccò ai restanti, i nazifascisti li schernivano, ad alcuni impartirono l'ordine di tornare a casa, uccidendoli, vigliaccamente, appena si voltarono per andarsene.
Il rastrellamento durò durò all'incirca dalle 10 del mattino alle ore 15 e la caccia all'uomo fu accompagnata da incendi furti, distruzioni.

costituzione italiana
Occorsero più giorni per avere l'esatto bilancio delle vittime e dei danni, poichè per alcuni cadaveri bruciati risultò difficile il riconoscimento e altri furono trovati nei giorni seguenti in aperta campagna.
In un rapporto al Comando Generale della G.N.R. del 13 gennaio 1944 si dava notizia:"Il 5 corrente truppe germaniche recatisi a Costigliole Saluzzo per rastrellamento di ribelli, hanno passato alle armi 22 uomini delle frazioni adiacenti ed appiccato il fuoco ad una ventina di case rurali". Ma questo terribile comunicato , tanto scarno quanto compiaciuto, peccava in difetto. Infatti i caduti erano 27, (di cui 17 residenti a Costigliole Saluzzo,1 a Cuneo, 6 a Busca, 1 a Villafalletto, 2 a Oriolo Calabro) e 27 le case gravemente danneggiate.
Risultavano danneggiate, oltre le abitazioni, le stalle, i fienili e gli altri fabbricati agricoli ed in complesso erano andati distrutti 4390 Mq di tetto, 8000 Mg di fieno, 6180 Mg di Paglia, 42 q di grano 32,5 q. di mais, 2,10q. di fagioli, 9 q. di patate: furono depredate o andate distrutte £35.000 ed i danni stimati allora superavano le quattro milioni di lire.

I numerossimi orfani, le vedove, i vecchi sopravvissuti all'eccidio, rimasero in molti casi anche privi di vestiario, delle suppellettili di casa e la distruzione dei tetti, proprio nella stagione più inclemente, aggravò il danno alle scorte alimentari ed agricole. Così scriveva il Commissario Prefettizio di Costigliole Saluzzo al Capo della Provincia:"Parte della popolazione è rimasta priva di ogni cosa ed è attualmente soccorsa dai vicini".

Ma se le sofferenze morali e fisiche, non potevano essere lenite, anche le conseguenze dei danni materiali continuarono a lungo a farsi sentire, poichè lo stesso Commissario Prefettizio riteneva "inopportuno" riparare i danni e ricostruire" in quanto tale "nostro atteggiamento potrebbe essere considerato dalle popolazioni e dai tedeschi come una disapprovazione dell'azione da loro svolta"

Le sofferenze che si aggiunsero a tutte quelle che in venti anni il Fascismo aveva già inflitto agli Italiani, ai poveri e agli umili in particolare (Il caso di Ceretto è esemplare in proposito:contadini,piccoli proprietario fittavoli o mezzadri le cui aziende non superavano in media i due ettari, con un carico di bestiame di circa due bovini per famiglia) fecero maturare sempre di più lo spirito di ribellione e la Resistenza coinvolse via via un numero sempre più crescente di uomini e le popolazioni, popolazioni in mezzo a cui si sviluppava. Da noi la lotta di Liberazione fu realmente un movimento di popolo. Coinvolse la gente di ogni parte del territorio, di ogni età e di ogni classe sociale. La trasversalità del movimento dà la misura di quanto fosse condiviso. Dà la misura di quanto fosse sentita, in ogni componente della nostra comunità ,prescindendo da differenze di classe sociale e di cultura, l'esigenza di uscire dalla barbarie, di combattere con ogni mezzo, a costo immani sacrifici, un regime ed una ideologia che ben poco avevano ed hanno a che vedere con l'essenza vera della gente nostra, educata ai valori della civiltà, della tolleranza, del rispetto degli altri.
Valori opposti a quelli esaltati dal fascismo.

La cronaca di quel crudele 5 gennaio 1944 è racchiusa in un libro " Ceretto 5 gennaio 1944, cronaca di un eccidio", libro fortemente voluto dai famigliari delle vittime e del partigiano Giovanni Sola, dai Comuni di Costigliole Saluzzo e Busca, Affinchè tutto ciò non accada mai più è sorta su tale carneficina l'associazione "Famigliari dei caduti 5 gennaio 1944", con la finalità di far rivivere queste povere vittime attraverso insegnamenti di pace e fratellanza alle giovani generazioni.

 

 

 

 

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